venerdì 23 marzo 2012

Alessandro Benvenuti presenta lo spettacolo "Zio B storie di acide amenità" il 4 aprile presso il Teatro Elfo Puccini a Milano



Al Teatro Elfo Puccini di Milano, la presentazione del nuovo progetto di Alessandro Benvenuti:
un’opera teatrale composta da prosa e musica che nasce insieme ad un CD musicale ed un libro.
Racconta storie del paese di Benvenuti, arrivando a raccontare l’Italia intera.


Mercoledì 4 aprile

@
TEATRO ELFO PUCCINI
Corso Buenos Aires 33
Milano

ALESSANDRO BENVENUTI

Presenta

ZIO B. STORIE DI ACIDE AMENITA’
Recital di/con Alessandro Benvenuti e la sua band

Inizio spettacolo: ore 21.00
il biglietto avrà un costo di 27 Euro con in promozione un CD omaggio
Ingresso ridotto 22 Euro


Presentazione del progetto
“Zio B. Storie di acide amenità” sarà uno spettacolo teatrale in forma di prosa e concerto, un concept album, un DVD live, un libro e un audio-libro, un video clip, un documentario.
Un progetto insomma a tutto tondo che parte da un’idea di Alessandro Benvenuti, artista toscano, autore, regista teatrale, cinematografico e televisivo, compositore e interprete.
Il progetto si propone attraverso le doti artistiche di Alessandro Benvenuti, la capacità comunicativa del teatro, della musica e della narrativa, di stimolare una riflessione sugli ultimi 50 anni di storia del costume italiano. Propone di fare un break di analisi per ripartire guardando la realtà con occhi nuovi e puliti.
L’espressività del teatro, la profondità emotiva di comunicazione della musica e l’interiorità della narrativa, sono la miscela di elementi che caratterizzano il progetto stesso.
Per dare lucidità al progetto si parte da un’idea semplice, frammento di storia quotidiana dell’infanzia di Alessandro Benvenuti, percorrendo la sua vita fino ad oggi, come esempio comune, per guardarsi indietro e sviluppare nel futuro ciò che di positivo siamo stati.

Zio B. _ un’introduzione
Accadde che un sabato ci fossero dei ragazzi grandicelli che giocavano a pallone nel cortile interno del circolino dei preti di via San Francesco. Io vivevo con i genitori e i nonni materni un numero civico prima e il nostro orto confinava con il cortile. Poi la palla cadde nello scavo confinante con il muro del circolo che una locale impresa edile stava facendo per gettare le fondamenta di quella che sarebbe diventata la ASL del paese oltre che uno degli edifici più brutti mai costruiti a San Francesco, frazione del comune di Pelago, provincia di Firenze. Come fare ora e riprendere quella palla essendo il sabato giorno di chiusura del cantiere? Il ragazzo più grosso si voltò allora verso di me che li guardavo giocare mangiando una fetta di pane con vino e zucchero (“Fa sangue!” diceva nonna Lucia) e vedendo poggiata contro il muro alle mie spalle la scala di legno dello zio dei miei nonni che abitava al piano sopra a noi, mi disse torvo: “Daccela”. “Non posso - risposi - l’è di’ mmi’ zio”. “E noi la si piglia uguale!” tuonò minaccioso il bullo muovendosi verso di me per scavalcare il muretto di divisione. Allora, colto dal panico, presi ad urlare: “Zio Zio ti pigliano la scala! Zio Zio!”. E fu così che da quel giorno, a causa di quei bulletti che alle elezioni politiche distribuivano il materiale di propaganda della DC e nei giorni festivi servivano la messa, io diventai ‘Zio! zio!’. Nei paesi chi non ha un soprannome esiste meno. Ora esistevo anch’io ed ero un pavido. Poi, data la mia altezza per l’epoca fuori dal comune, il soprannome mutò presto in ‘Zio Birillo’. Il birillo: quel pispolino bianco ritto su un panno verde di biliardo in attesa di una palla d’avorio che lo butti giù…e più volte casca, più punti si guadagnano. …Poi arrivarono i Beatles, i Beatnik, la Beat Generation, i labouristi in Inghilterra, l’alluvione a Firenze, Corto Maltese… qualcosa insomma si mosse. Sentendo sulla pelle il mutare dei tempi condussi una battaglia lunga dura e pura perché quel marchio d’infamia legato a un attimo di panico fosse cancellato. Mi occorsero sei mesi, durante i quali non risposi a nessuno che mi chiamasse in quel modo, così che tutti capissero bene che non scherzavo e mi restituissero il rispetto che adesso sentivo di meritare. Così rinacqui Alessandro. O Sandro. E poi ‘Vercinge’, perché nel frattempo, con alcuni amici, avevo formato una rock band che dopo lungo pensare chiamammo ‘La Vercingetorige Six Company’. Del gruppo ero il cantante e leader indiscusso. Passare dal pavido richiamo d’aiuto all’essere un capo dei Galli che era stato il ‘regista’ di una ribellione epocale contro l’imperatore Cesare era un bel salto di qualità. …Poi il tempo ha fatto la sua parte. Adesso, al paese, c’è solo una persona che ogni tanto mi chiama Zio Birillo: il mio fornaio. E’ un amico d’infanzia al quale sono legati ricordi lontani e struggenti, e lo può fare perché non c’è scherno nelle sue intenzioni ma solo un desiderio di appartenenza a un qualcosa di molto profondo. “Zio B.” l’ho scritto per fissare, nel tempo, quel tipo di appartenenza. Ed è anche il percorso di crescita verso una maturità artistica sfaccettata che oggi mi permette con serenità di ricordare a me stesso di essere stato in passato nient’altro che uno ‘Zio Birillo’.


Il disco è stato prodotto da Mirco Mencacci e Andrea Ciacchini al SAM Studio di Lari. SAM è uno studio con una lunga storia alle sue spalle. Qui sono passati tutti i “grandi” del jazz italiano (da Fresu a Rava a Bollani) e al momento è diventato uno degli studi più frequentati da alcuni dei gruppi più in voga in ambito indie alternative (Dente, Il teatro degli orrori, Zen Circus e altri sono stati registrati qui). Da sottolineare anche i musicisti e i guest che hanno suonato e contribuito alla realizzazione del disco. Franco Fabbrini, insegnante di musica jazz e rinomato arrangiatore, oltre a suonare basso e contrabbasso, ha arrangiato tutti i brani dell’album. Luca Ravagni, che ha suonato tastiere e fiati, è stato per anni fidato musicista di Giorgio Gaber. Matteo Addobbo, alle tastiere e melodica, è riconosciuto come uno degli “hammondisti” più affermati in Italia. Su Leandro Bartorelli (batteria / percussioni) una curiosità; bambino prodigio (suona la batteria da tenerissima età), vinse la trasmissione Bravo Bravissimo di Mike Buongiorno per le sue doti precoci da batterista.
Il disco, musicalmente, segue il concept che sta alla base di questo progetto “multimediale”; un concept che è un viaggio a ritroso nel tempo e che come tale, tradotto in note, diventa un viaggio puntiforme nei generi musicali più diversi, passando attraverso suggestioni jazz, reggae, rock e altro ancora.

Con Zio B. Benvenuti ritorna a uno dei suoi amori principali (la musica), dopo la prima esperienza di qualche anno fa (Capodiavolo)
Questa vena musicale Benvenuti ce l'ha da sempre, fin da prima di sapere che sarebbe diventato un attore, regista etc. ricordiamo che, oltre ai due cd finora pubblicati, Benvenuti ha composto musiche per i Giancattivi e per i suoi film.


Autore: Alessandro Benvenuti
Esecutori:
Alessandro Benvenuti e la sua Band:
Alessandro Benvenuti (attore /compositore / autore / voce / chitarra acustica)
Franco Fabbrini (arrangiatore / basso elettrico / contrabbasso)
Luca Ravagni (tastiere / sax / baritono / tenore / contralto / soprano / clarinetto)  
Matteo Addabbo (tastiere / melodica)
Leandro Bartorelli (batteria / percussioni)
Riccardo Pardini (chitarre elettriche / chitarre acustiche)

Produzione; SAM e Scenica Frammenti
Produzione artistica; Mirco Mencacci e Andrea Ciacchini

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